Paola Giordano
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Abbiamo prenotato la camera Collinella per due giorni (fortunatamente!) e ci siamo ritrovati non nella camera di un castello ma in un negozio di rigattiere. E' tutto vecchio (non antico) e non curato, con mobili, porte e quadri che emanano una puzza di stantio e muffa insopportabile, tanto che non abbiamo chiuso occhio per tutte e due le notti. Inoltre, solo il giorno prima del nostro arrivo siamo stati informati di una manifestazione gastronomica. Abbiamo immaginato che fosse qualcosa di tranquillo, in realtà abbiamo scoperto che era una festa di tutto il paese, con dj e musica a tutto volume, che è andata avanti proprio sotto la nostra finestra ben oltre l'una di notte. Quando al mattino mi sono lamentata di questo odore veramente sgradevole di cui la camera è permeata, la titolare ha dato la colpa alle fritture della festa. Se anche fosse stato così, avrebbe almeno dovuto offrirsi di pulire a fondo e arieggiare la camera o di spostarci in un'altra camera. Invece, ha preferito negare l'evidenza e sostenere che non c'è niente di vecchio nella camera Collinella. Ovviamente, basta entrarci un instante per vedere che non è così. Nella descrizione dell'albergo è scritto che non c'è aria condizionata ma, ingenuamente, abbiamo pensato che le stanze di un castello si mantengono fresche anche in estate. In realtà, si moriva di caldo e non si poteva aprire la finestra sia per la musica sia per l'enorme quantità di zanzare che affligge il paese di Proceno. In camera c'era probabilmente uno dei primi ventilatori prodotti che era a tempo e che si spegneva dopo 60 minuti, costringendoci a rialzarci dal letto per riattivarlo. Mi sono lamentata anche di questo con la suddetta titolare che ha risposto che nessuno si era mai lamentato prima di quel ventilatore (i minuti erano addirittura scritti sulla manopola!). Il ventilatore però è stato cambiato ma la puzza vetusta ce la siamo tenuta anche per una seconda sera. Non è andata meglio con la colazione, in particolare del primo giorno, perché abbiamo trovato un tavolo imbandito con avanzi di colazioni centenarie e thermos di caffè, latte e acqua calda (tipo tendopoli post terremoto) da scoprire autonomamente visto che la ragazzetta che era al bancone, dopo aver salutato a stento, si è immersa nel cellulare che ha abbandonato, con evidente fastidio, solo alla mia richiesta di avere due espressi e due cappuccini. La sua risposta è stata che il caffè e il latte erano già sul tavolo e che dovevo semplicemente metterli insieme. Fortunatamente, il secondo giorno abbiamo trovato una ragazza di origini straniere a cui hanno evidentemente insegnato educazione e gentilezza e che, non solo ci ha descritto il contenuto dei thermos, ma si è anche resa disponibile per prepararci caffè e cappuccini, con un sorriso e un'amabilità che non abbiamo trovato in nessuno dei castellani precedentemente incontrati. Il mio compagno confidava che la titolare avrebbe fatto una riduzione del prezzo della camera per la prima sera, dato che non eravamo stati avvisati della festa del paese, mentre io non sono rimasta sorpresa di aver pagato il prezzo pieno per entrambe le notti, dato che il modo in cui questo castello viene gestito sembra risentire della vecchia (anche questa!) concezione che il turista vada fregato il più possibile e chi se ne frega se non torna più. Sono convinta di questo non solo perché siamo stati messi in una camera che ha evidente bisogno di una completa rinfrescata e che non può essere messa sul mercato nello stato in cui noi l'abbiamo trovata, ma anche perché, nonostante proprio fuori dalla porta della nostra camera ci fosse il router del wi-fi, internet è presente solo nelle suites e non nelle camere, proprio come se si volesse sottolineare che, se si vuole un servizio in più, bisogna pagare di più. E tenete presente che la linea telefonica dei vostri cellulari è inesistente all'interno del castello. Le critiche positive sono incomprensibili per me. Io mi sono sentita presa in giro dal trattamento che ci è stato riservato e spero che nessuno più cada in questa trappola per turisti.